Ho un debito verso lo stato italiano.
No, no, aspetta: non intendevo in quel senso.
Voglio dire: allo stato italiano voglio proprio un gran bene, perché quando pago le tasse lo scopo della mia vita improvvisamente diventa più chiaro.
Ma facciamo un passo indietro: tra il 2012 e il 2013 ho fatto tanta di quella consulenza.
Ho cercato di spremere al massimo il mio tempo, messo da parte i progetti fricchettoni, lavorato e guadagnato col sudore della fronte, soddisfatto e gratificato fino almeno al giorno del pagamento delle tasse.
Quanto ti adoro, stato italiano.
Se non ci fossi tu a ricordarmi che la consulenza non mi farà diventare né ricco né libero poiché non è un modello scalabile; se non ci fossi tu, carissimo stato, a riportarmi sulla retta via, io sarei ancora dentro qualche mega-multinazionale a smanettare sulla tastiera.
E invece da circa sei mesi a questa parte non faccio altro che smanettare sulla tastiera, sì, ma per i miei progetti.
Che se dall’esterno sembra uguale, dall’interno è invece una guerra continua contro la tua vita che urla di fermarti, di accettare un lavoro “normale”.
E per tutta risposta ti dici: “Tu, vita, non hai mai capito una ceppa di ciò che voglio. Ho deciso che è così che voglio guadagnarmi da vivere, dunque fa’ in modo di trovare un sistema per pagare appartamento e bollette da qui all’infinito.
Vivere in questo modo significa davvero superare ogni tuo limite.
Se vuoi vincere così, devi vincere due volte: la prima per te stesso, la seconda per essere più forte delle critiche o dei dubbi degli altri.
Così il 1001tour, il nuovo libro e le 25 copie al mese di Vivere Freelance, la partecipazione allo startup di una agenzia di sviluppo mobile - per la prima volta porto ricchezza verso il posto che ho abbandonato più di otto anni fa – il sito di Concorsi letterari e AppAndMap.
Ci sono giorni in cui – davvero – penso che sarebbe tutto più semplice tornare al vecchio modo di lavorare.
Poi pago le tasse, ringrazio lo stato italiano, e torno a fare quello per cui sono nato.
Dedicato a chi mi chiede come faccio a sbarcare il lunario.
hai mille talenti, ma quello che ti differenzia secondo me è proprio lì: te non ti lamenti, tiri su le maniche e fai. Anzi, ringrazi pure.