In questura a Palermo

In questura per la denuncia della perdita della patente.

“Professione?”

“Libero professionista”.

“Libero professionista?”

“Libero professionista”

“Mmm…”

“…”

“Cioè, lei non fa niente”.

“Come non faccio niente!”

“Di cosa si occupa?”

“Chi?”

“Lei”

“Ehhm, uhmmm, web”

“Uerb?”

“Web”

“Merm”

“Web”

“Ah, web!”

“E che ho detto?”

“Web…”

“Sì, insomma, lavoro coi computer.”

“Aaaah”

“Ecco.”

“Cioè lei lavora coi computer”

“Esattamente.”

“Mmm”

“Eh, già.”

“Mmm”

Inspiro. Espiro.

Lui guarda il monitor.

Poi la tastiera.

Poi me.

Poi fa.

“Senta, facciamo così: ci mettiamo ‘impiegato’?”

Perdo dieci anni di vita tutti insieme.

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9 Comments on "In questura a Palermo"

  1. Sebastian Scaramuzza says:

    Non so se ridere o provare disgusto. W l’Ita(g)lia

  2. Beatrice says:

    Non ho parole.
    Ma non c’è da stupirsi, comunque.
    C’è solo da mettersi le mani nei capelli!!!!

  3. Filippo Mangione says:

    E’ successo qualcosa di simile anche a me in banca quando ho aperto il conto corrente..
    Desolante…

  4. Lauryn says:

    mappporc!!
    almeno a me sulla carta d’identità hanno avuto la “cortesia” di cercare “programmatore”!!!

  5. Nick says:

    ma tutti ti li trovi!!!

  6. Giampiero says:

    Si ma alla fine che lavoro fai??? ;)

  7. Marco says:

    …è questo che si intende quando si dice “Ma qui siamo in Italia”.

  8. Fabio says:

    A me è successa la stessa cosa in posta… poi quando anch’io ho detto la famosa frase “lavoro coi computer” (che dalle mie parti diventa sempre “lavori NEI computer?” “Sì tra la RAM e la ventola”), loro mi han chiesto se potevo passare dietro il bancone a togliere dei virus…

    Fabio 31 anni, webdesigner freelance