O il lavoro o la vita

crisi

Finisci di studiare che non sai cosa fare, trovi un lavoro qualunque con uno stipendio dignitoso.

Puoi permetterti una stanza da 400 euro al mese, ne spendi 300 per vivere, stai attento a non andare spesso in pizzeria, cinema e comprare le sigarette.

Metti da parte 200 euro al mese per i tempi migliori e t’impegni ad aumentare il budget mensile.

Così ti hanno insegnato a vivere.

Prima un modo per tirare a campare, poi il resto.

Funziona? Funziona.

Ora.

Fai finta ti avessero detto niente.

viaggiare

Finisci di studiare che vuoi viaggiare, mangiare sushi ogni giorno, fare un lavoro che ti piace, avere una casa con piscina e frequentare un corso avanzato di chitarra.

Per fare tutto questo ti occorrono 2500 euro al mese.

Cominci a vivere come la persona che vuoi essere: un musicista con vita da rockstar.

Ti trovi costretto a trovare un modo per sostenere economicamente e dare un senso alla tua nuova vita.

Scegli la città che ti offre le condizioni più favorevoli; vai in Germania, dove si vive con poco e c’è una bella scena musicale, studi chitarra mentre dai lezioni base di musica, impari una nuova lingua.

In cinque anni hai il tuo piccolo successo; fai dei tuor e insegni musica in due scuole, non hai una casa con piscina ma nel frattempo le priorità sono cambiate.

Nessuno ti ha mai insegnato a vivere così.

Alla fine la domanda è sempre quella.

Funziona? Funziona.

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11 Comments on "O il lavoro o la vita"

  1. Nicola says:

    Ciao Luca,

    seguo con molto piacere il tuo blog.
    Devo essere sincero, in questo post sono daccordo con te
    su quasi tutto.
    Secondo me hai omesso una cosa fondamentale, una fase in cui si deve scegliere
    le priorità che si danno alle cose.
    Una vita così va bene se, per esempio, non hai intenzione o la voglia di fare famiglia.

    Nicola

    • admin says:

      Ciao Nicola,
      sono contento che ti piaccia il blog.
      Mi viene una domanda: perché non puoi fare una famiglia? Nell’esempio il tipo si trasferisce in Germania e rimane lì. Escludi la possibilità di sposarsi con una tedesca? :)

  2. MarcoDedo says:

    Ciao Luca, io dopo la scuola avevo iniziato a fare la “rockstar”, solo che ho sbagliato a scegliere la città migliore… L’Italia ancora non è pronta a questo. Alla fine mi sono messo a fare un lavoro qualunque, per uno stipendio dignitoso, mettevo da pare un po’ di soldi e tiravo a campare… Poi però non ce l’ho fatta più ed è venuto fuori il mio vero “io”. Ora faccio quello che mi piace, quello per cui ho studiato e quello che voglio fare davvero. Ma ancora non mi sento del tutto realizzato, in fondo se mi fermo ad un lavoro da dipendente presso una agenzia mi sto accontentando, e io non mi voglio accontentare…

    • admin says:

      Ciao Marco,
      il tuo è un percorso che fanno quasi tutti in Italia. Ad ogni modo meglio tardi che mai. Benvenuto nel club :)

  3. Virginiamanda says:

    Un piccolo appunto: ci vogliono persone che credano in te, ovvero i genitori, che ti sostengano i primi tempi dello spostamento in un altro Paese. Anch’io mi sono trasferita spesso, ma i primissimi tempi ci vuole un fondo a cui attingere. Anche se dai lezioni private di chitarra, ti ci vuole del tempo prima anche solo di sapere quali siano le bacheche giuste dove mettere gli annunci, e avere i primi soldi. Oppure si puo’ partire dalla prima opzione, risparmiare il piu’ possibile e poi partire, ma questo significa posticipare “il sogno” almeno di un annetto. Non sono una burocrate, sostengo chi parte e va, chi ha entusiasmo ed intraprendenza, ho cambiato vita almeno cinque volte in vari Paesi diversi. Ma secondo me bisogno sempre avere un briciolo di realismo ed onesta’, nel mio caso, so che senza il sostegno dei miei non mi sarebbe stato possibile farlo. Un abbraccio!

    • admin says:

      Concordo.
      A volte ci vogliono i soldi, a volte il sostegno, a volte semplicemente una botta di fortuna. Ne parlavo ieri sera con un mio amico. Funziona? Funziona. È facile? No.
      Tuttavia questo non è un buon motivo per non provarci :)

  4. Sebastian Scaramuzza says:

    Ciao Luca! Fantastico, dalle tue parole traspare che abbiamo entrambi la stessa FAME di Libertà. Quella libertà di cui la maggioranza è privata fin dalla nascita…

    “Gli elefanti da piccoli vengono legati con una corda ad un palo. È piccolo, vorrebbe fuggire, muoversi, giocare ma la sua stazza non gli consente di rompere la corda. Prova, riprova e riprova ma non riesce a liberarsi.

    Ora l’elefantino è cresciuto. Ora pesa tonnellate e ha la forza di 1000 uomini. Eppura resta i suoi carnefici lo tengono sempre legato con quella stessa, esile corda, ma lui non scappa. Perchè? Oramai si è arresso…”

    Come questa storia – tentato di sintetizzare a mio modo – spesso siamo limitati da ciò che la società ci fa credere possibile. Trovati un lavoro sicuro (ahaha), sposati, sabato sera davanti al tv e infine sopravvivi con una pensione da fame dopo una vita di lavoro.

    NO grazie! :-)

    Vado a leggermi un’altro po dei tuoi articoli, ciaoo

  5. Mattia says:

    Ciao Luca
    io ho studiato, mi sono laureato in ingegneria a pieni voti, ho iniziato a lavorare, ho fatto carriera, sono arrivato ad avere un ottimo stipendio e a vivere nella Capitale, partendo dal paesello nella bassa padana… Funziona? Funziona, ma non basta. Ha funzionato per un po’.
    Ora sono qua, al mio primo giorno da disoccupato, anche se preferisco dire di essere LIBERO!
    Mi sono dimesso senza avere un altro lavoro perché proprio non potevo continuare a vivere la vita pensata da altri per me.. Purtroppo l’ho realizzato a 37 anni, e non a 27, ma non è mai troppo tardi. Ora vorrei lasciare questo belpaese (?), vorrei andare a Barcellona dove ho amici con cui mi ricongiungerei con molto piacere, anche se tutti mi dicono che un lavoro là non si trova.. e se non si trova allora me lo inventerò!!! Intanto finisco il mio MBA poi chissà…
    Ciao!

  6. Giualia says:

    Ciao Luca,
    io ho 18 anni. Devo frequentare l’ultimo anno di liceo, un linguistico dove studio tedesco inglese e spagnolo, dopodiche il vuoto. Il grande salto. Sai io ho letto il tuo blog per caso oggi, ma dal basso della mia poca, anzi nulla, esperienza, mi verrebbe da dire che non hai proprio ragione.
    Adesso è il momento di decidere per me, e sono divisa tra uno studio con pochissime possibilità di ottenere un lavoro “per campare”, ma che mi piace e per cui sono necessarie passioni e capacità che ho di natura, come molti altri, e un’università molto diversa, decisamente una scelta più sicura per il futuro, ma allo stesso tempo non adatta a me.
    Funziona la prima? probabilmente, con tanto lavoro e un bel po’ di fortuna, si.
    Funziona la seconda? ovviamente, con voglia di fare e di mettere da parte sogni e speranze, funziona.
    eppure io non so cosa scegliere, e tanto mi piace questo post, quanto mi sento di dirti che purtroppo non è sempre vero…

    • admin says:

      Ciao Giulia, hai 18 anni. Ti fai queste domande perché hai poca esperienza e l’unico modo che avrai per guadagnarla è sbagliare. Per cui sbaglia liberamente, questo non è il momento per farsi domande :)

      • Claudia says:

        Saggezza a tonnellate in questa risposta! E poi ammiro con tutta me stessa la capacita’ di dire quello che pensi, anche a costo che la gente non ti capisca! grande , Luca!